All’interno dei padiglioni veronesi nelle prime ore dopo l’apertura, l’edizione 2023 del Vinitaly pareva avviarsi con la prudente cautela di un affollamento che stentava a consolidarsi ma poi ecco, d’improvviso tutto intorno è risalito quel solito rumoroso e diffuso movimento di produttori, operatori e visitatori. Anche quest’anno la fiera ha avuto la sua storia, in qualche modo riassestata dopo gli ultimi ricordi del Covid. E nuovamente anche la grappa è stata presente, con tutta la sua importanza: il Consorzio di tutela del comparto si è mostrato con eleganza e ha interpretato il suo volto anche istituzionale nell’area che era terra di Piemonte Land of Wine e di Regione Piemonte. Al lungo desk si sono serviti nuovamente gustosi cocktail, i più gettonati, stavolta a base di grappe giovani di Grignolino e Barbera e di Moscato invecchiata; si è discusso di miscelazione, si sono svelati i distillati in purezza e si è ammirata la sfilata delle bottiglie in vetrina, soddisfacendo la curiosità di conoscere le nuove interpretazioni della grappa nata dagli alambicchi piemontesi, e anche le nuove etichette. Sotto i riflettori sono andati in scena quei grandi valori dell’eccellenza artigianale e dell’antica arte del lambiccare, in un esteso e articolato contesto che ha guidato l’offerta verso calici e gusti, ritrovando anche i tradizionali e misurati ingredienti dell’incontro e della festa.